Giovedì 28 Settembre
Carla e Guido mi invitano al mare con loro, vanno alla spiaggia libera, è così selvaggia, dicono, ma a me non è che piaccia molto portare ombrellone e sdraietta, però hanno insistito tanto così mi sono detta, perché no? Per una volta.
Mi vengono a prendere.
Il posto è molto isolato, dopo aver parcheggiato bisogna camminare per un quarticello.
Carla è mia amica da una vita, ci sto bene e pure con Guido. Ci sistemiamo in un punto molto appartato, in una piccola lingua di sabbia tra sbuffi di vegetazione riarsa dal sole e dall’aria salmastra.
Io per pigrizia ho solo un asciugamano che stendo sulla sabbia. Il mio costume nuovo mi piace, ha le paillettes, forse lascia troppo scoperto il sedere, ma anche Carla ne ha uno simile e la cosa in un certo senso mi conforta.
Passa una mezz’ora e chiama la madre di Carla, ha un problema e così lei si deve assentare, dice che starà via un’ora o poco più.
-Ti lascio con Guido, non ti annoiare troppo- ride, si riveste e si affretta verso la macchina.
Guido legge il giornale steso sul lettino sotto il cono d’ombra del piccolo ombrellone. È un posto appartato, penso, guardandomi in giro e non vedendo nessuno, poi vado a fare un bagno.
Quando torno sotto il piccolo ombrellone c’è sempre Guido che legge il giornale. È un bell’uomo, capelli lunghi, mossi, leggermente brizzolati e un viso regolare. Ha i lineamenti netti, che gli fanno un gioco di ombre, non so come dire, ma mi sembra molto bello, e mi piace pure il suo fisico tonico, asciutto ma non palestrato. Poi ha delle belle mani e le volte che ci parlo ha un modo di ascoltarti che sembra ti capisca veramente, che sia coinvolto. E mi fa ridere. Ti guarda come se ti prendesse perennemente in giro. Se non fosse il marito di Carla ci avrei già fatto un pensierino, anche più di un pensierino.
Ho questo in testa mentre risistemo il mio asciugamano sulla sabbia, al sole.
È veramente caldo. Il sole scotta.
-C’è da bruciarsi oggi- mi esce ad alta voce.
-Vuoi che ti metta la crema solare?-
dice lui senza togliere gli occhi dal giornale.
Perché no… penso.
Prende il flacone dal borsone di Carla, piazza il lettino al sole e con un sorriso mi dice di stendermi al posto suo.
-È più comodo anche per me- aggiunge.
Mi passa per la testa che potrebbe mettermela anche stando in piedi, tutti e due in piedi, però mi stendo, lui si inginocchia, si mette la crema sulle mani e inizia a spalmarmela sulle spalle, sulla schiena. È molto professionale.
-Questo è un massaggio- dico mentre chiudo gli occhi facendo scomparire dalla mia vista la macchia rossa del costume di Guido e mi accomodo con la testa sul bordo del lettino– ti dovrò pagare…-
è veramente piacevole.
Mi parla della cena che ha preparato la sera prima, di come ha spinato delle triglie, si mette altra crema sulle mani.
Passa a spalmarmela sulle gambe. Un massaggio bello, in cui non sento nessuna malizia. Anche quando arriva con le mani sul mio culetto, intorno al mio costume striminzito, mi sembra così distaccato che lo lascio fare, in fondo nel prendersi un massaggio che male c’è?
È bravo.
Continua a chiacchierare, mi parla di Carla e di sua madre che non sta bene con la testa.
Sono sdraiata ad occhi chiusi, completamente rilassata, e mi gusto il momento quando sento un dito unto di crema che mi si infila sotto il costume ed entra nel mio buchetto del culo, appena un attimo, poi esce subito.
Sarà stato uno sbaglio, penso, mentre apro gli occhi per la sorpresa. Da come sono messa vedo giusto il costume rosso di Guido, parte dei suoi addominali e la vegetazione sullo sfondo.
Lui continua a massaggiarmi tranquillo, fa finta di nulla, parla sempre della madre di Carla e ora passa le mani sui miei fianchi.
Uno sbaglio, certo, mi dico, e per far svanire la sensazione d’imbarazzo me ne sto zitta e lo lascio continuare.
Chiudo di nuovo gli occhi.
Dopo due minuti, forse meno, ritorna sul mio culetto, scosta il costume e m’infila il medio nel culo, in profondità, il dito unto di crema ci scivola senza problemi.
Questa volta non è un errore, è voluto, tiene la mano chiusa con quell’unico dito teso a penetrarmi .
Spalanco gli occhi, faccio per muovermi che lui mi blocca la testa con l’altra mano.
Davanti a me c’è il suo cazzo teso che mi punta, ha spostato il suo costume rosso su di un lato per liberarlo, e viene avanti, viene avanti verso il mio viso con questo suo cazzo, un cazzo non troppo lungo, tozzo direi, però con una gran circonferenza.
Pianta il piede sinistro sulla sabbia e sposta il peso sul ginocchio dell’altra gamba così da liberare il bacino e poter muovere il suo arnese più comodamente. Sono colta di sorpresa da questo improvviso cambiamento. C'è lui che mi preme la testa sul lettino, mi tiene bloccata con anche un dito nel culo e io non riesco a parlare, a protestare, a fare nulla che immediatamente mi trovo il suo cazzo premere sulla bocca, lo spinge dentro, io apro le labbra e lo lascio entrare come fosse l’unica cosa da fare e lui lo spinge prepotentemente fino a riempirmi tutta la bocca, fino in gola. Arrivo con le labbra a lambire le sue palle. Intanto le dita nel culo sono diventate due, e vanno su e giù con determinazione e così come il suo uccello nella mia bocca. Quasi non respiro.
Dio mio… penso...
mi piace!
Allargo le gambe e mi fletto leggermente per lasciare che le dita entrino meglio. Lui grugnisce, aggiunge un terzo dito e continua a scoparmi la bocca con forza, a scoparmi il culo con le dita. Capisce che sto godendo, capisce quanto sto godendo. Mi prendo le chiappe con le mani per aprirmi tutta. Lui continua ancora, continua.
-Troia- dice ansimando.
E poi sono pochi colpi, lo sento arrivare dalle pulsazioni che si fanno ritmiche, martellanti, poi esplode, sborra, sborra abbondantemente e con ogni pulsazione mi arriva in bocca un fiotto di crema calda. Mando giù tutto quello che posso anche per non soffocare, lui mugola, non sembra voler smettere di spingere il suo cazzo, la sua mano dietro, poi ad un tratto ha un ultimo fremito e si rilassa. La sua presa si allenta. Ho ancora tre dita che mi allargano il culo e il suo cazzo in bocca, mi scosto di poco con la testa e glielo pulisco voluttuosamente con la lingua tutto intorno alla grossa cappella.
Rimango immobile con gli occhi chiusi anche mentre si allontana.
Aspetto uno, due minuti. Quello che è successo mi sconvolge, mi sembra di avere una specie di turbine dentro all’anima.
Quando riapro gli occhi lui è lì sotto l’ombra, steso sul telo azzurro che legge il giornale.
Mi metto a sedere, sono scarmigliata, stordita, lui sorride e mi fa cenno con un dito sull’angolo della bocca.
Lo guardo e porto meccanicamente la mano sulle labbra ancora arrossate dal suo passaggio.
-Dall’altra parte- dice. Sorride allo stesso modo, guascone.
Ho una goccia rappresa della sua sborra sull’altro angolo della bocca. Mi si appiccica alle dita.
Non riesco a parlare, vorrei dirgli qualcosa. Mi rimetto giù. Forse dormo. Non so.
Carla è tornata, si scusa per il contrattempo, mi chiede di fare una passeggiata, arrivare fino ad un chiosco, due tre chilometri, per bere qualcosa. Poi indica Guido che dorme all’ombra con il giornale sulla faccia.
-Guardalo, il bambinone- dice, e mi prende per mano.
Il Blog di
Scambisti coppie, uomini, donne - Pagine - Gruppi - Gli Eventi di incontri di sesso, Scambisti e Libertini - Blog